
" Cara Calabria mia.." Lettera aperta alla Calabria per questo 2019 .
Mercoledì 02 Gennaio 2019 11:40 di Adriana Guzzi
Cara Calabria mia,
in questo principio di un anno nuovo, il mio augurio è che questo sia un anno libero. Libero dal peggiore dei mostri che infesta il cuore di un uomo : la rassegnazione.
Perchè ogni principio non ha senso di esistere senza fiducia, e tu, terra mia, non puoi perderla proprio ora.
"Terra di nessuno" dice qualcuno, ma tu sei terra di tutti quelli che hai intessuto nelle tue viscere. Sei dei tuoi figli, temprati dall'aspromonte e cullati dal mare delle tue coste, le stesse che hanno accolto le civiltà più antiche del mondo.
Tu non ci credere che sei di nessuno, soprattutto , non ascoltare quelli che dicono che non hai futuro, perchè a forza di ripeterlo sperano tu te ne convinca. E tu non ti convincere, se c'è una cosa più forte della rassegnazione, è l'ostinazione.
Ostinati a resistere Calabria mia, nostra, a chi ti vuole terra di 'ndrangheta e di miseria.
Ricorda che la tua identità non può e non deve identificarsi coi soprusi e le prevaricazioni, con la paura e il silenzio. Ricorda che hai partorito uomini onesti, integri, che non si sono arresi.
Che hai cresciuto uomini e donne mandati nel mondo per cambiarlo, che qualche misura lo stanno facendo. Gli stessi che ti portano come una ferita sempre aperta, perchè lontani da te, ma che covano l'intimo desiderio di vederti fiorire come un campo a primavera. Ricorda che molti altri hanno scelto di rimanere, di credere in te, e non è vero che sono pochi. Che poi le grandi cose non le hanno mai fatte in tanti. Resisti, resisti all'inciviltà di chi ti vuola abbandonata, violentata nella tua bellezza, inquinata. Passeranno anche loro, mentre altri che ti vogliono libera e indomita stanno già muovendo i primi passi.
Impegnati, impegnati a sfamare i tuoi figli, di pane prima e di ideali poi. Perchè anche gli ideali hanno bisogno di dignità. E senza dignità siamo morti che respirano.
Resisti, ostinati, impegnati. Calabria significa anche "roccia" , in te è nato il nome di una nazione. Una nazione che non può ascoltare un sussurro, ritrova quindi il suono della tua voce, sommessa da troppo tempo. Che quel tiepido lamento che sa di resa, si trasformi in una voce che grida nel deserto. Tanto forte da richiamare anche coloro che ti hanno dovuta lasciare, tanto impetuoso che sappia di speranza per quelli che ti vivono, ogni giorno. Ecco, cara Calabria, ti auguro speranza, perchè la speranza è il principio del coraggio.
Forza Calabria mia, un nuovo anno è cominciato. Buon 2019 a te, e a noi che ti amiamo troppo per lasciarti così.