
Gesù, dopo il Suo Battesimo, sospinto dallo Spirito Santo, rimane nel deserto quaranta giorni
Sabato 24 Febbraio 2018 07:39 di Redazione WebOggi.it
A cura di Don Vincenzo Carnevale
1a Domenica di Quaresima, 18 Febbraio 2018
Il Regno di Dio è vicino!
Gesù, dopo il Suo Battesimo, sospinto dallo Spirito Santo, rimane nel deserto quaranta giorni ed è tentato da Satana. Poi, andò in Galilea e proclamava il Vangelo, dicendo: ‘Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; Convertitevi e Credete nel Vangelo’. Metanoèite, cambiate mentalità e le vostre inique abitudini di vita e Pistèuete, aderite al Vangelo e vivete nella sua fedeltà e coerenza, perché il Regno di Dio è vicino ma va raggiunto per entrarvi a farne parte.
I due imperativi sono da compiersi, sono permanenti e urgenti per tutta la vita e non sono da rilegare, solo allo spazio liturgico dei ‘quaranta giorni’! Essi si specificano e si compiono reciprocamente: chi si converte, accoglie la Persona di Gesù e il Suo ‘Messaggio’; e chi crede al Vangelo e aderisce alla Persona di Gesù, non può se non essere convertito necessariamente alla logica del Regno di Dio! La Conversione è così adesione di fede, in modo permanente e perseverante, alla Persona di Cristo e al Suo Vangelo e si estende per tutta l’esistenza umana, fino al suo compimento terreno! Gesù è tentato da Satana nel desertoLa ‘prova’ dura per tutta la vita e non solo quaranta giorni!
La tentazione, come la sofferenza fisica e spirituale, fanno parte della nostra vita quotidiana, perché legate alla nostra fragilità, connesse alla nostra debolezza e vulnerabilità fisica e psichica, del cuore e dell’anima. Sono le compagne inseparabili del nostro cammino esistenziale, umano e spirituale. Allora, come ‘sopportarle’ senza esserne devastati e addirittura schiacciati? Come ha fatto e ci insegna Gesù: imitando la pazienza del Padre nei riguardi dei nostri tradimenti, non fidando solo sulle nostre forze, ma nella fiducia filiale e totale abbandono nel Padre Suo e nostro, nel Suo amore e nella fedeltà alla Sua volontà salvifica.
Queste prove e queste sofferenze le possiamo attraversare, sopportare e superare se le affrontiamo come Gesù ci insegna con il Suo esempio e la Sua determinazione a rimanere sempre fedele alla missione a Lui affidata dal Padre. Abbiamo iniziato, per grazia di Dio e per la Sua gloria, che è la nostra salvezza, il cammino gioioso e liberante di una nuova Quaresima, che è Kairòs, Tempo di Grazia, nuova offerta di amore, da non perdere, assolutamente, e da accogliere e vivere, nella gioia della nuova amicizia, che rinasce e di una rinnovata e più vitale relazione con Cristo, come risposta coerente e fedele alla nostra vocazione e missione battesimale, quella di essere e vivere da figli di Dio e fratelli tra di noi.
La nostra Quaresima, dunque, è solo gioia, desiderio e volontà di ricominciare una nuova vita e godersi la sua ristabilita bellezza e gustarne tutti i nuovi suoi sapori! È bella la nuova vita che rinasce dalla Pasqua del Signore, verso la quale ci siamo insieme e nella comunione incamminati, forti e sicuri che nella Sua Pasqua siamo stati già riconciliati, redenti e salvati. Siamo anche consapevoli che questo cammino richiede a ciascuno di noi un cambiamento radicale di mente e di cuore (‘metanoia’) che deve essere responsabilità quotidiana e permanente nella fedeltà gioiosa alle Promesse e agli Impegni del nostro Battesimo. Quaresima è grazia che genera gioia nel nostro cammino verso la Pasqua, perché a guidarci è Gesù in persona che, con la Sua Parola, ci fa ardere il cuore di nuova speranza, nel Suo quotidiano spezzare il Suo corpo per noi e versare il Suo sangue ‘in remissione dei nostri peccati’.
Cammina con noi e si lascia amare nei poveri, che soccorriamo con amore, privandoci di qualcosa per fare felici altri (Elemosina e Digiuno), rimettendoci in comunione con il Padre Suo e Padre nostro (Preghiera). Il mio impegno quaresimale: Voglio e devo liberarmi di ogni forma di ipocrisia! Ogni cosa che farò, mi chiederò il perché la faccio: la faccio per me, per essere visto, lodato, ammirato, magnificato dagli uomini, o la compio per amore dei fratelli, per il loro bene e, perciò, per la gloria di Dio?