La buona sanità al reparto Neurochirurgia del Pugliese di Catanzaro

Sabato 29 Settembre 2018 20:28 di Redazione WebOggi.it

Un vecchio adagio recita che un albero che cade fa molto più rumore di una foresta che cresce ed è così per la sanità della nostra regione della quale è più facile sentir parlare male che bene, con tanto di stereotipi non sempre giustificati. E’ per tale ragione che scrivo questa lettera e chiedo che venga pubblicata: essa, infatti, nasce non solo per ringraziare, ma anche per segnalare alla Comunità ed alle Istituzioni che in città quali Catanzaro esistono eccellenze mediche e personale affiatato verso i pazienti. Realtà, queste, che vanno incoraggiate, incentivate ed agevolate nel loro lavoro. A seguito di un ematoma subdurale, dovuto ad una caduta, sono stato, con una certa urgenza, ricoverato il 23 agosto 2018 presso il reparto di Neurochirurgia dell’ospedale ‘Pugliese’ di Catanzaro.  Essendo cardiopatico, devo assumere regolarmente cardioaspirina e anticoagulanti e avevo – ahimè! – trascurato che il sangue, reso più fluido dall’assunzione di tali farmaci, potesse avere complicanze gravi anche in casi simili a quella che normalmente passa per una semplice botta in testa tutto sommato lieve. A distanza di un mese dalla caduta, ho iniziato, così, a coordinare male la parte destra del mio corpo (strascicavo una gamba, muovevo male il braccio, sbattevo quando camminavo, mi sentivo fiacco e non riuscivo a spiegarmi come mai non fossi più in grado di dirigere come prima i miei movimenti). Il 23 agosto ho, allora, deciso di sottopormi, presso l’ospedale di Germaneto, ad una TAC dalla quale è emerso un coagulo dovuto ad un’emorragia, agevolata proprio dall’assunzione dei medicinali sopra descritti, a seguito di un capillare che doveva essersi rotto per via della caduta. Vi lascio immaginare lo spavento e la preoccupazione durante la corsa dalla struttura di Germaneto a quella del Pugliese: i pregiudizi verso la sanità calabrese, il fatto che si fosse nel mese di agosto quando una parte del personale è in ferie ecc. Oggi posso fortunatamente scrivere per affermare che tutti quei timori si sono rivelati infondati ed ho, invece, trovato l’aiuto e la professionalità che, in genere, si crede di poter ricevere solo presso strutture al di fuori della Calabria: sono stato subito ricoverato in un reparto, che è sicuramente vecchio nella sua struttura e con personale che dovrebbe essere aumentato, ma al quale sento di dover dare i miei ringraziamenti che sono, quindi, rivolti a tutto lo staff  per avermi salvato la vita, curato ed assistito in ogni mio bisogno. Segnalo, pertanto, la professionalità e la bravura del dott. Migliaccio che mi ha operato, la dedizione di tutti quegli infermieri ed operatori sociosanitari che mi hanno assistito con premura e davvero aiutato, le parole di incoraggiamento avute, i consigli, gli atteggiamenti che mi hanno fatto uscire dall’imbarazzo di dover chiedere assistenza per ogni mia minima esigenza. Oggi, dunque, posso dirmi sereno solo grazie a loro e dichiaro di essere ancora ottimamente seguito durante le fasi dei controlli. Chiedo alle istituzioni di avere la massima sensibilità verso reparti come questo, di impegnarsi ad assumere personale, ad investire nelle esigenze segnalate da chi vi lavora, ad aumentare posti letto e a ristrutturare e a dare più spazi affinché la sanità calabrese possa esprimere pienamente le proprie potenzialità. Ho, infatti, durante il mio ricovero, visto confluire da ogni parte della Calabria pazienti che chiedevano aiuto per problemi anche più gravi del mio. Nessuno è stato rifiutato.  Malgrado la carenza di posti letto, tutti sono stati accettati, curati, assistiti e molto spesso salvati. Non aggiungo altro per esprimere la mia riconoscenza.


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