'Ndrangheta, appalti pilotati per favorire cosca Piromalli AGGIORNAMENTO CON I NOMI

Giovedì 28 Maggio 2020 15:32 di Redazione WebOggi.it

Oltre 500 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, unitamente al Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata ed ai colleghi dei rispettivi Comandi Provinciali, stanno eseguendo dalle prime luci dell’alba di oggi numerosi provvedimenti cautelaripersonali e patrimoniali nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia, Messina, Palermo, Trapani, Agrigento, Benevento, Avellino, Milano, Alessandria, Brescia, Gorizia, Pisa, Bologna e Roma.

L’operazione “Waterfront”, coordinata dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, rappresenta l’epilogo delle investigazioni condotte dal Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria, volte a contrastare i profili imprenditoriali della cosca di ‘ndrangheta “Piromalli”, operante nella piana di Gioia Tauro.

Le indagini hanno portato alla luce l’esistenza di un cartello criminale composto da imprenditori e pubblici ufficiali ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata dall’agevolazione mafiosa, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri gravi reati.

Con l' esecuzione dell’“Ordinanza di applicazione di misura cautelare” emessa dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Calabria – Dr. Filippo Aragona – su richiesta del Procuratore Aggiunto Dr. Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Dr. Gianluca Gelso – ì sono stati disposti i seguenti provvedimenti cautelari:

  • personali, nei confronti di 63 persone – imprenditori e pubblici ufficiali – ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche – aggravate dall’agevolazione mafiosa – nonché abuso d’ufficio e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, così distinti:
  • 14 arresti domiciliari, nei confronti di Bagala’ Francesco Cl. 77, Bagalà Francesco Cl. 90, Morabito Giorgio, Nicoletta Angela, Cittadini Carlo, Barbieri Giorgio Ottavio, Zuliani Cristiano, Migliore Francesco, Migliore Filippo, La Corte Alessio, La Greca Vito, Mangione Francesco, Fiordaliso Giovanni; Gallo Domenico;
  • 20 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, nei confronti di: Risola Pierluigi, Crea Antonino, Gabriele Michele, Fedele Santo, Currenti Giuseppe, Fedele Francesco, Polifroni Bruno, Custureri Santo, Bagala’ Luigi, Campisi Alessandra, De Giuseppe Caterina, Granchi Marzia, Pileggi Pietro, Quattrone Antonino, Coppola Domenico, Gagliostro Santo, Bressi Vincenzo, Alati Maria, Giachetti Luca, Castiglione Simona;
  • 29 Divieti Temporanei di Esercitare Attività Imprenditoriale, Nei Confronti di Amato Andrea, Barbaro Antonio, Ciambriello Francesco, Cilona Antonio, Cittadini Sergio, Cosentino Giuseppe, De Angelis Demetrio, Deraco Francesco, Fiore Gianluca, Granchi Iacopo, Granchi Rossano, Locatelli Angelo Sebastiano, Loprete Giuseppe, Maiolo Leonardo, Mattogno Mattia, Maugeri Domenico, Miceli Ludovica Giuseppina, Oliveri Giovanni, Oliveri Giuseppe Patrice, Papalia Antonino, Piccirilli Alessandro, Pileggi Francesco, Pisano Fortunato Igor, Polifroni Vincenzo, Pollaccia Carlo, Romano Giovanni, Ruberto Agostino, Todarello Giovanni, Trunfio Francesca;
  • reali – su un patrimonio complessivamente quantificato in oltre 103 milioni di euro costituito dall’intero patrimonio aziendale di 36 imprese/società, nonché dalle disponibilità finanziarie (rapporti bancari/finanziari/assicurativi e partecipazioni societarie) di 45 indagati.

 


Galleria Fotografica




Notizie più lette