
Via dalla Calabria: sogni in valigia e futuro oltre confine
Mercoledì 09 Aprile 2025 09:30 di Redazione WebOggi.it
Articolo di Massimo Capraro
C’è una Calabria che si svuota in silenzio. Una terra che forma giovani brillanti, spesso con titoli di studio eccellenti, per poi vederli partire con una valigia piena di speranze e un biglietto di sola andata verso il Nord dell’Italia o del mondo. Non è una novità, ma oggi il fenomeno assume proporzioni allarmanti: si parla ormai di un vero e proprio esodo intellettuale.
Secondo i dati più recenti forniti dall’Istat e da Svimez, tra il 2002 e il 2021 circa 800.000 persone hanno lasciato il Mezzogiorno. Di queste, oltre 30.000 provenivano dalla sola Calabria, e il dato è in continua crescita. La fascia più colpita? I giovani tra i 25 e i 34 anni, in particolare quelli con un titolo di studio universitario.
Un’indagine del 2023 condotta da Almalaurea ha rivelato che più del 60% dei laureati calabresi non lavora nella propria regione, e che il 35% ha trovato occupazione all’estero, in paesi come Germania, Regno Unito, Francia, Svizzera e, sempre più spesso, in Nord Europa o in Canada.
Mancanza di opportunità, stipendi bassi, precarietà lavorativa. Ma anche scarsa meritocrazia e un sistema produttivo debole, incapace di assorbire le competenze acquisite nei percorsi universitari.
La fuga dei cervelli non è solo una questione personale, ma rappresenta un enorme danno collettivo. Ogni giovane laureato che lascia la Calabria è frutto di un investimento in formazione che viene perso a favore di economie straniere. Secondo una stima, ogni laureato emigrato costa al Paese circa 100.000 euro in termini di capitale umano sottratto.
La conseguenza? Un territorio che invecchia, con sempre meno giovani, meno competenze, e un sistema economico sempre più fragile. Il rischio è quello di entrare in un circolo vizioso difficile da spezzare.
Qualcosa si muove, ma troppo lentamente. Programmi di rientro dei talenti, incentivi fiscali per chi torna, bandi regionali per start-up: tutte misure che spesso si scontrano con la burocrazia o con una reale mancanza di infrastrutture e supporto.
C’è chi parte con dolore, chi con entusiasmo. Ma tutti, in fondo, con la speranza di poter un giorno tornare. A casa. In una Calabria diversa, che non ti costringa a scegliere tra i sogni e le radici