Violenza sulle donne: Un ritardo intollerabile mentre i femminicidi continuano a crescere

Venerdì 04 Aprile 2025 09:12 di Redazione WebOggi.it

Articolo di Giorgia Veraldi

L'Italia è senza un Piano Nazionale contro la violenza sulle donne dal 2023, e questo ritardo amministrativo, denunciato con forza da ActionAid, ha drammatiche conseguenze quotidiane. La violenza sulle donne non solo non viene adeguatamente prevenuta, ma la mancanza di un piano strategico nazionale lascia spazio a una pericolosa indifferenza istituzionale. A dimostrarlo sono le tragiche cronache di queste settimane, con il crescente numero di femminicidi che ha segnato un inizio drammatico del 2025: ben 11 vittime solo nei primi tre mesi dell’anno.

In questo contesto, il governo italiano non può più permettersi di essere complice della lentezza con cui affronta il problema. Come sottolineato da ActionAid, la violenza maschile contro le donne non è una priorità politica di questo governo. L'assenza di un Piano Strategico Nazionale aggiornato, il cui termine è scaduto ormai da oltre un anno, è solo la punta dell'iceberg di una gestione che sembra non voler affrontare seriamente le cause profonde del fenomeno. Il bando “Avviso pubblico per il finanziamento di progetti di informazione e sensibilizzazione”, destinato a finanziare con 2 milioni di euro iniziative di prevenzione primaria, è stato approvato solo a gennaio 2025, dopo un'attesa di oltre due anni. Un segnale di incapacità gestionale che, però, nasconde una responsabilità ben più grave: quella di non rendere la protezione delle donne una vera priorità nazionale.

Se la politica non si impegna a prevenire, la società sarà costretta a fare i conti con il peso crescente della violenza. A questo punto, non basta più chiedere interventi emergenziali: è necessario un cambiamento strutturale, che parta dalla scuola, dove deve essere insegnata l’educazione all’affettività e alla sessualità sin dalla prima infanzia. L'approccio deve essere globale, coinvolgendo media, cultura e sport, con campagne di sensibilizzazione efficaci e formazione obbligatoria per tutte le categorie professionali, dal settore pubblico a quello privato.

 

La cultura della violenza, alimentata da stereotipi di genere e dalla banalizzazione del femminicidio, va combattuta con azioni concrete e tempestive. Non possiamo permettere che la morte di giovani donne diventi solo un triste capitolo nelle cronache nere del nostro paese. È fondamentale che il governo si svegli dal suo torpore burocratico e dia finalmente avvio a un piano strategico che tuteli le donne, le protegga dalla violenza e affronti le radici culturali di questo fenomeno drammatico. La lentezza non è solo inaccettabile, è pericolosa. E i numeri tragici dei femminicidi, che continuano a crescere senza sosta, sono la dimostrazione più evidente di un’emergenza che non può più essere ignorata.


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