
La CasaPaese per demenze di Cicala ospite all’European Crowdfunding Festival.
Giovedì 12 Maggio 2022 16:04 di Redazione WebOggi.it
“Una svolta etica per una CasaPaese che potrebbe essere intesa come la casa della società più fragile. Una
grande speranza di cambiamento”. Così è stato definito il progetto della CasaPaese per demenze di Cicala
nella due giorni dell’European Crowdfunding Festival ospitato all’Università di Bari e che ha visto la
presenza di esperti di fundraising e di crowdfunding di ogni parte del mondo.
Il progetto di CasaPaese è stato intercettato dalla Ceo della European Crowdfunding Festival dott.ssa Rosa
Porro esperta di crowdfunding, proprio grazie alla singolare opera di comunicazione costruita per
raccogliere fondi necessari alla nascita della singolare struttura. Un impianto mediatico che, per certi
aspetti, non è stato focalizzato solo sull’aspetto economico ma su una singolare maniera di resistere alle
decisioni politiche regionali e nazionali spesso lontani dai bisogni della popolazione e alla legge penalizzante
dei mercati che spesso non danno la possibilità di reperire le risorse necessarie per far crescere e
promuovere un’idea, come la CasaPaese, che in fondo è partita dal basso. Da un bisogno concreto.
Il crowdfunding di CasaPaese si è trasformato in un nuovo pensiero di cura nei confronti delle persone con
demenza, in una nuova filosofia che ha contaminato tante persone. Non una semplice raccolta fondi, ma
una raccolta di emozioni e di relazioni che, a loro volta, sono diventate la benzina per il reale “credo”
costruito intorno al progetto. Questi sono stati i requisiti vincenti che hanno costituito quel potenziale
necessario per sviluppare ideali solidi intorno al progetto di crowdfunder. “L’emozione di presentare il
progetto a esperti di ogni parte del mondo è impossibile da spiegare. Anche perché ho reso nota la
vicinanza di tanti amici che hanno fatto tanto per CasaPaese. Le fasi iniziali della raccolta fondi – ha detto il
presidente della RaGi Elena Sodano - non sono state facili perché la realtà calabrese in cui ci troviamo ad
operare costituisce solo la punta di un iceberg formata da questioni molto più profonde e complesse che ho
spiegato durante l’intervento. Ma siamo riusciti a portare avanti un vero e proprio cultural turn che ha
coinvolto lo stile di vita, il pensiero, le opinioni delle tante persone che abbiamo incontrato. Durante il
percorso si sono rese necessarie strategie alternative e cambiamenti, per un crowdfunding e che risponde
ad un nuovo senso di comunità Siamo molto soddisfatti per le reti di cooperazione che abbiamo tessuto al
festival. Continueremo con serenità il percorso intrapreso pensando adesso all’apertura di CasaPaese”.