
Fiorita: "Un fantasma si aggira per la città, è quello di Sergio Abramo"
Giovedì 28 Aprile 2022 11:16 di Redazione WebOggi.it
DI NICOLA FIORITA
Ora nessuno conosce più Sergio Abramo. È un imbarazzante fantasma che si aggira tra le macerie della
città, disprezzato soprattutto da chi gli è stato accanto per tanti anni. Non conoscono più Abramo gli
assessori che siedono nella sua giunta da un quinquennio, i suoi fedelissimi consiglieri osannanti, i dirigenti
e i consulenti nominati con il solo requisito della fedeltà e dell'obbedienza cieca.
Oggi tutti impegnati a gridare il declino della Città e il fallimento di Abramo; a reclamare una giunta di
salute pubblica che guarisca la città dal male fatto dal sindaco. Unico responsabile di tanto sfascio e perciò
indegno di entrare nella corte del taumaturgo che vuole risollevare la città. Porte aperte invece per
assessori, consiglieri, dirigenti, consulenti, tutti evidentemente inconsapevoli di quello che succedeva a
Palazzo De Nobili e quindi “vittime” dell’uomo solo al comando.
Al di là delle metafore, il patetico pentimento degli uomini più fidati di Abramo è l’elemento più immorale
di questa campagna elettorale. È una storia tutta fondata sull’abiura, sul giuramento solenne di rinnegare
tutto in cui si è creduto prima. C’è chi abiura la sua militanza politica, stracciando platealmente la tessera
del suo partito per ottenere benevolenza dalla parte avversa, e c’è chi abiura la sua compartecipazione al
governo di Abramo per potere sopravvivere a sé stesso.
Noi siamo i più lontani politicamente da Sergio Abramo e il nostro giudizio negativo sulle sue ultime
Amministrazioni è netto. Siamo gli unici legittimati a denunciare il declino inesorabile della Città, la
mancanza di visione, il sistema clientelare fondato su incarichi, prebende e sistemazioni nelle strutture
regionali. Siamo noi gli unici a potere parlare di rinnovamento, di meritocrazia, di un nuovo sistema di
governo basato sulle competenze e sulla passione politica.
La città però dovrebbe avere un sussulto di sdegno davanti a cotanta insopportabile ipocrisia e all’uso
ricattatorio dell’abiura.
Abramo appartiene ormai al passato con le sue poche luci e le sue tante ombre. Non tutto della sua lunga
esperienza è da buttare via, ma è del tutto evidente che noi abbiamo una visione completamente diversa
dalla sua. Di una cosa sola siamo sicuri: i suoi “pentiti”, coloro che solo fino a pochi mesi lo osannavano,
hanno uguali responsabilità e non basteranno queste disgustose abiure a cancellarle. Con l’aggravante di
una miseria morale senza precedenti.